DA FOTOGRAFO PROFESSIONISTA COME SONO ARRIVATO AD USARE IL SISTEMA MICRO 4/3 IL MIO “VIAGGIO”

APRILE 2023

Ciao a tutti e benvenuti in  questo “viaggio” ,  vi racconto la mia storia.

Proprio di viaggio parliamo e di un lungo viaggio direi…

Ho iniziato a scattare fotografie in età adolescenziale, quando il supporto più diffuso era la pellicola e la diapositiva, il digitale non era neanche immaginabile e il formato standard era il 24×36, ciò che oggi viene chiamato FULL FRAME.

Dopo tanta gavetta con una PRAKTICA MTL 3, un 50 e un 135  MM che mi hanno  accompagnato a giro per il mondo, avevo solo un sogno, o meglio un obiettivo chiaro  in testa : una Leica M.

 

PRAKTICA MTL 3  CON CUI HO INIZIATO

Semplice, basica, totalmente manuale con una piccola pila per alimentare l’ esposimetro, che se anche si esauriva, non ti impediva di continuare a scattare.

Non di certo un “gioiello” 😊  ma funzionale e molto economica come le lenti con attacco M42 che ci puoi innestare, alcune, tra l’ altro, di ottima qualità come per esempio i  Pentacon.

Sono molto grato a questa “macchinetta” che  oltre ad avere un naturale valore affettivo, “mi ha dato la possibilità di sbagliare tanto” , andare piano, prendere tanti appunti e col tempo, imparare a fotografare.

Naturalmente con lei non ho  fatto le mie foto migliori ma mi ha permesso di capire come migliorare me stesso.

 

ALCUNE SCANSIONI DI VECCHIE FOTO SCATTATE IN AFRICA CON LA PRAKTICA  CIRCA 20 ANNI FA.

 

Tempo  e sacrificio  e alla fine arriva la agognata LEICA M . Dalla pellicola poi il passaggio al digitale  ma il sistema M, è stato  ” l ‘ amore che non ho mai  lasciato andare.

Passano gli anni, il mondo cambia, la strumentazione cambia, la tecnologia cambia e un giorno, per caso mi parlano del sistema MICRO QUATTRO TERZI  o MICRO 4/3  o MICRO FOUR THIRDS insomma come preferite 😊

Ormai lavoravo come professionista da tempo e per me, il MICRO 4/3 era solo una “sigla” che sentivo echeggiare ogni tanto.

Non prendendolo in considerazione,  non ci avevo nemmeno per gioco fatto una volta click, fino a quando, un amico e collega che lo utilizzava con soddisfazione,  mi dice : guarda che se lo provi, secondo me, te ne innamori.

Come tanti, non avendo avuto esperienza reale e modo di provarlo, in testa avevo solo qualche preconcetto e ammettiamolo, qualche pregiudizio.

Prima di molestare il mio caro amico e fargli la fatidica domanda :” ma mi presti per qualche giorno un corpo ed un obiettivo 😊 ?  ” mi metto a studiare e cercare di capire meglio cosa fosse “sto sistema MICRO 4/3 “.

Chi mi conosce lo sa, la mia caparbietà nello studiare in profondità, appare inizialmente come  un comportamento quasi ossessivo 😂  ma alla fine, aiuta a capire visceralmente come funzionano le cose.

 

Prima di spiegarvi il mio approccio alla comprensione di quello che per me era un “mondo nuovo” e come ci sono arrivato,  vi voglio raccontare quali sono  gli aspetti che ho sempre cercato e reputato necessari  in un sistema fotografico.

Come vi ho detto, il mio sistema  preferito e che ho sempre usato per i miei progetti personali è il sistema Leica  M.

Le ragioni sono molto semplici.

Ho sempre desiderato sistemi non ingombranti con corpi ben costruiti , un buon sistema di mira e con ottiche piccole, performanti e che non mi limitassero in nessuna circostanza a livello operativo.

Il sistema Leica M incarna tutto questo.

Con due Leica  M, ( UN M9 e UNA M240) e due obiettivi,  (un 35 mm e un 50 mm luminosi) , ho realizzato il 90% dei miei lavori in digitale.

BRUTTA MA SIMPATICA FOTO RICORDO DI QUANDO ERO CCCIOFANEE   🤣   SCATTATA  CON UN VECCHIO TELEFONINO ( BRUTTO ANCHE LUI ) MOLTI ANNI FA IN GIAPPONE

 

Il formato doveva essere  Full frame. Esisteva anche un modello con sensore  APSH chiamata M8 ma non aveva lenti dedicate, e non era pensabile  per me, che usassi  le superbe ottiche Leica  con formati più piccoli che ne “snaturassero” le caratteristiche.

Lavorando sempre con luce naturale, la gestione flash non mi interessava fosse all’avanguardia ma scattando spesso in penombra, di sera e in bassa luce, la luminosità degli obbiettivi era una condizione obbligatoria : soprattutto avendo sensori con performance non elevatissime ad alti iso.

Come tutte le cose, il sistema perfetto non esiste e alcuni compromessi, accettazioni ed accorgimenti nell’ utilizzo, dobbiamo sempre averli.

Due chiacchere sull’ argomento devo farle, non per annoiarvi ma solo perchè è un aspetto che poi mi è servito a riflettere e fare le scelte che alla fine  ho fatto.  😊

Nel caso di “ALCUNE FOTOCAMERE ED OBIETTIVI” 😉, sembra assurdo ma purtroppo in pratica, una  dichiarazione di tropicalizzazione  “importante” e dettagliata non esiste,  come sul ciclo vitale dell’ otturatore.

A mie spese, ho dovuto imparare che sul livello di resistenza agli agenti atmosferici, le dichiarazioni sulla qualità della tropicalizzazione e alla durata di un otturatore, “viene lasciato molto spazio all’ interpretazione” ;  motivo per cui, ho imparato col tempo a consultare BENE le pagine web ufficiali, e, qualora non siano visibili i dettagli,  mandare email all’ assistenza clienti o ai rivenditori ufficiali autorizzati,  per ricevere per iscritto risposte chiare e non avere poi sorprese inaspettate. Niente è scontato anche quando si spende molto.

Per la mia esperienza e le circostanze  in cui ho dovuto affrontare condizioni estreme, come umidità alta in Asia,  climi freddi  sull’ Himalaya,  o caldi e ventosi nei deserti Africani, le “mie amate” , spesso, hanno smesso  di funzionare.

Senza mai farmi prendere dallo sconforto, con pazienza ,attesa e con soluzioni a volte degne del miglior Macgyver,   🤣  alla fine, con qualche disagio ,sono riuscito a finire sempre  i lavori e i progetti prefissati.

Detto questo, nel mio caso,  con i miei esemplari dei modelli questione :

  • a parte aver riparato il braccio dell’ otturatore a 66000 scatti.
  • cambiato il sensore.
  • mandata in assistenza per una semplice rimappatura di una fila di pixel spenti, ( perchè dal menù non è possibile farlo autonomamente).
  • cambiato la rotellina posteriore di comando menu che saltava le file alla “kazzum” impedendomi di settare le impostazioni.
  • sostituire totalmente la fotocamera ( in garanzia in negozio fortunatamente🙏 ) perchè a tempi veloci il fotogramma diventava tutto nero (non ho mai capito perchè)
  • tarato il telemetro ogni volta che prendeva urti un pò più consistenti.
  • tolto gli imprevisti inaspettati che tutte le macchine possono avere, NELLE CIRCOSTANZI “NORMALI” in un utilizzo amatoriale e/o professionale controllato, direi che “tendenzialmente non ho mai avuto problemi”

Ma io che sono un “CINGHIALE SELVATICO”, quando lavoro, l’ attrezzatura la uso “senza ritegno” e la “sfortuna me la merito”😂 , quindi diciamo che avere il cervello libero da certe  preoccupazioni  , mi fa lavorare con più tranquillità.

Soprattutto dovrebbe, secondo me, quando una fotocamera come l’  M9 appena uscita costava 5800 euro circa e ad oggi, dopo 14 anni ancora più di 2000 usata;   oppure  una M240,  6000 euro circa all’ uscita e oggi sul mercato dell’usato proposta a poco meno di 3000 dopo 11 anni.

Ho avuto per un breve periodo in prova, un M10, ma usandola, ho riscontrato aspetti per me non positivi e comunque, anche su questa, le fonti ufficiali non mi garantivano un’ operatività per me sufficiente e non volevo rischiare.

Oggi, con poco meno di 9000 euro, c è  l’ ultimo modello sul mercato M11;  personalmente non l’ ho provata o usata per lavoro,  quindi non mi posso esprimere a livello operativo/prestazionale ma per curiosità ho chiesto informazioni  sull’ operatività alle fonti ufficiali, e la risposta, anche in questo caso, non esaudiva le mie esigenze.

Credo sia importante  prendere in considerazione che abbinando per esempio , un obbiettivo come il 35 1.4 asph  che costa nuovo più di 5000 euro, con una M di ultima generazione, arriviamo ad una combo  “abbastanza impegnativa” per partire con un sistema Fotocamera + un obiettivo , quindi,  capire bene e avere per iscritto ufficialmente pregi e difetti di uno strumento di questo “livello” , penso sia molto importante prima dell’ acquisto.

 

UNA MIA M CHE HA LAVORATO DAVVERO E CHE USO DA QUASI 15 ANNI;  GIUSTO PER FARVI CAPIRE  MEGLIO IL CONCETTO  🤣

 

Qui la domanda allora sorge spontanea dirai tu?…

“Cavolo Andrea non ti seguo; dici che il sistema M  ha le caratteristiche perfette per te, poi dici che hai avuto un sacco di problemi e disagi , allora ci fai capire meglio?”

Certo hai ragione ti spiego.

Per chi non ha mai provato, scattare con il sistema a telemetro, è un esperienza che non ha eguali.

E’ un sistema di mira che ti permette di avere una “specie di finestra” vera sulla scena. Ciò che visualizzi col telemetro, di fatto è la realtà attraverso un vetro. Non posso entrare nel dettaglio, perche sennò ci vorrebbero 48 articoli solo per quest’ argomento 😂 ma vi suggerisco di provare se avete la possibilità, così capite in prima persona di cosa parlo.

In secondo luogo, in combinazione con alcune ottiche, arrivi ad avere una qualità d immagine molto elevata che è difficile eguagliare.

Nel caso specifico  dell’  M9 ,utilizzando un sensore CCD, ha una resa e una capacità di registrare la luce (ad iso base) che altri sensori difficilmente possono riprodurre , e il risultato in stampa,  è la cosa , insieme al sensore FOVEON, che più si avvicina all’ analogico, per me, un’ aspetto molto importante. Questi, sono gli aspetti che per molto tempo, mi hanno fatto adattare compensando in qualche modo le carenze.

Naturalmente , niente è eterno e il valore che diamo alle cose e la propria opinione, mutano con l’ aumentare delle conoscenze e le esperienze.

Come sempre accade, i più grandi alimentatori di dubbi e di “scimmiette malefiche”, sono i migliori Amici 😂,  che con una affettiva insistenza, alla fine, mi lasciano in prova  questo benedetto MICRO 4/3, nello specifico, OLYMPUS serie 1

Prima di iniziare ad usare un sistema nuovo in campo, cosa che  mi è accaduta tre volte in tutta la mia vita fino ad oggi, mi metto seduto, e cerco di capire bene l’ idea e il concetto che i progettisti hanno pensato sviluppandolo.

Incomincio ad impugnarla, guardare l’ ergonomia generale, e la prima cosa che ho detto è stata : caxxarola!  ne più ne meno di come l’ avrei disegnata io.

Impugnatura perfetta, materiali di qualità, ghiere e pulsanti nei punti giusti , peso praticamente ridicolo ( poco più di 500 grammi).

Montato c’è un 17 1.8 ( relativo 35 circa  in FF),  che con il corpo, in totale, siamo a 200 grammi in meno rispetto al combo della mia M9 col 35 fle , GIA’ GODO COME UN RICCIO.

Comincio a spippolare il menu, “bestemmio in aramaico” per un pò 🤣  poi imparo a gestirlo ed impostare le funzioni  necessarie per me.

Prendete con le molle il mio “senso di disagio” nel gestire i menù, ma venendo da uno semplicissimo e immediato come quello di una Leica M, tutto il resto sembra sempre un’ odissea.

Alla fine, posso dire che ad oggi, utilizzandola da 7 mesi, non è complesso come sembrava 😊.

Mi metto a studiare con estrema cura i principi del M43 come formato.

Assimilo bene il concetto della relatività dei diaframmi e delle lunghezze focali  rispetto al formato “normale”  e poi mi studio dal punto di vista tecnico il sensore LIVE MOS  di OLYMPUS .

Qui il link dalla pagina ufficiale   Specifications E-M1 Mark II | OM-D | Olympus: cameras, audio and binoculars (olympus-imaging.com)  ; per le specifiche tecniche del LIVE MOS e le differenze  con altri sensori, se volete, potete approfondire ci sono in rete tante fonti.

Incomincio ad uscire e a scattare.

La prima impressione al premere il bottone di scatto è veramente interessante. Mi ricorda il feeling da reflex serie pro, immediato.

Il mirino, nonostante elettronico, è molto piacevole e la sensazione visiva che ho è  naturale, pannello di alta qualità e senza mai rallentamenti.

Giornata soleggiata, imposto a iso base 200, F4 (sufficiente nel M43 per avere una P.D.C relativa di F 8 su un formato 24×36)  e viaaaaa.

Incredibile!!! ho tempi di scatto imbarazzanti. Praticamente sono fisso  ad  1/1600 di secondo con tanta P.D.C.

Cerco di mettere subito lo strumento sottopressione e mi muovo tra zone di luce altissime e  zone di ombra molto chiuse. L ‘ AF mi segue sempre senza mai incertezze.  Di fatto i diaframmi e gli iso non li tocco, scendo solo con la velocità di scatto senza mai arrivare a tempi lenti , “praticamente assetto da guerra” .

Incomincio a riflettere fra me e me e ho solo sensazioni positive : sono leggerissimo, operatività massima, molto discreto e sto fotografando con al collo  700 euro di materiale…mmm…

A primo acchito ho la sensazione che sia il sistema perfetto per il reportage, ma mi sembra strano che nessuno ne parli in giro boh?…

Chiedo di farmi prestare altro materiale e faccio altre uscite approfittandone e testandola anche durante alcuni lavori che avevo già in calendario.

Finisco le mie giornate di prova col nuovo sistema e come un bambino dopo un giorno a Disneyland, torno a casa felice e curioso di rivedere i file.

Li apro e rimango a bocca aperta.

I file li trovo  bellissimi, colori meravigliosi che mi ricordano subito la mi amata M9, molto strano… poi in futuro capirò perchè 😊

Foto in interni, in esterni, luci artificiali, tramonto, ora blu, Il bilanciamento del bianco sempre perfetto. ( finalmente alleluja 🙏)

La densità del file è buona anche per stampe generose. Leggermente meno di una M 240 che  ha 24 mp   e un pò di più  dell’ M9, da 18 si passa a 20 MP ma siamo li.

La pulizia del file e la qualità con cui registra la luce mi sorprende, la sensazione materica è molto elevata, e provenendo dal CCD i miei occhi sono molto esigenti…

Tutto molto strano, perchè  ogni volta che sentivo parlare del MICRO 4/3, ascoltavo continuamente :

  • NON C’ E GAMMA DINAMICA
  • I FILE SONO BRUTTI
  • A ISO ALTI NON SI PUO’ USARE
  • NON E’ UN SISTEMA PER PROFESSIONISTI…

Io invece, provando la strumentazione a fondo, sia a livello emozionale, operativo e di risultati, non riesco a trovare  niente di così criticabile  sotto nessun’aspetto, tutto mi gratifica al 100%

CONDIVIDO  CON  VOI ALCUNE FOTO SCATTATE NEGLI ULTIMI  MESI 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Personalmente sono molto soddisfatto, voi che ne pensate?

Vedendo i risultati, rimango un pò spiazzato per ciò che sentivo dire in giro, e mi assale subito un dubbio : Sarà che dicono che il file del MICRO 4/3 è scarso e di qualità  bassa ma rispetto ai  formati più grandi ?

A me non pare proprio, come fare a capire meglio? Semplice :  “Prova del 9 “: decido di  fare dei test comparativi per confrontare il file con altri sistemi con sensore più grande .

Salto la dimensione intermedia aps-c  e confronto direttamente con il formato maggiore, il FULL FRAME, così penso che se ci sono differenze le vedrò meglio.

Naturalmente, non potendo utilizzare lo stesso obiettivo su entrambi i sensori, prendo inconsiderazione preventivamente che, una parte della resa finale sarà condizionata dalla qualità e il comportamento dell’ obiettivo stesso.

Per equiparare il risultato, in termini di P.D.C ,  estetici e di look , uso focali e diaframmi relativi , per intendersi  ES : un 25 su MICRO 4/3 e un 50 su FF ,    F 4 su MICRO 4/3  e F8 su FF o  F 2.8 su MICRO 4/3 e 5.6 su FF ,  un 17 su MICRO 4/3 e un 35 su FF e via discorrendo…

Scatto immagini in tutte le condizioni di luce : bassa, alta, a forte e basso contrasto, insomma un pò di tutto.

Per correttezza  e precisione, scatto anche alcune foto con il taglio direttamente in camera di 2/3 sull’ olympus e in 4/3 sulle FF , cosi da avere perfettamente  gli stessi elementi inquadrati.

Apro i file,  equiparo il bilanciamento del bianco e booom !!!!

Sono sconvolto. Se non piccolissime differenze prevedibili ,come  ho scritto prima dovute all’ obiettivo diverso , il file sono praticamente sovrapponibili.

ALCUNI ESEMPI :  TROVERETE IN ORDINE  RANDOM,  LEICA M,  PANSONIC FF,  OLYMPUS MICRO 4/3   E  OBIETTIVI     LEICA M 50 1.4 Lux  ,LEICA M 35 FLE,   LEICA 24 90 SL ,  OLY  25  ,  OLY  12 40 

 

TROVA LE DIFFERENZE 

 

 

 

 

 

 

 

Gamma dinamica ,nitidezza ,tridimensionalità. che ve ne pare? riuscite a distinguerle? a voi le valutazioni.

GUARDANDO I DATI DI SCATTO, E’ STATO INTERESSANTE OSSERVARE UNA COSA.

QUANDO LA LUCE SI ABBASSA , MANTENENDO LA STESSA P.D.C , CON IL FORMATO PIU’ GRANDE,  AVVICINANDOSI  ALLA SOGLIA DI TEMPI  DI “SCATTO A RISCHIO”, SI TENDE AD ALZARE GLI ISO, MENTRE COL MICRO 4/3,  AVENDO SEMPRE DUE STOP DI “VANTAGGIO” COL DIAFRAMMA, SI  ABBASSANO I TEMPI SENZA SCENDERE IN ZONA “RISCHIO”  E SENZA TOCCARE GLI ISO.  SUCCESSIVAMENTE QUANDO LA LUCE DIVENTA MOLTO SCARSA,  CON ENTRAMBE SI APRE IL DIFRAMMA PROGESSIVAMENTE E SI ALZA GLI  ISO.

IL RISULTATO E’ CHE ALLA FINE SI  HA FREQUENTEMENTE UN RAPPORTO  DI 2 STOP DI DIFFERENZA  MA LA STESSA IMMAGINE IN TERMINI DI P.D.C  E RAPPORTO SEGNALE RUMORE.( IN FUTURO VI FARO’ UN ARTICOLO SULL’ ARGOMENTO CON I RELATIVI TEST 😉 )

Inizio una lunga  trafila di test con altre fotocamere e obiettivi gentilmente prestati  con le modalità sopra descritte, ma la storia, all’ incirca è sempre la stessa.

Anche di fronte a fotocamere di ultima generazione con obiettivi reputati il top, i risultati parlano chiaro : “siamo li”.

Non più definitiva e chiarificatrice, poteva essere la prova in stampa. CIO’ CHE IO CONSIDERO IL VERO TEST PER GIUDICARE LE FOTOCAMERE E OBIETTIVI.

Stampo e tutto si fa ancora più chiaro.

Ho ottenuto gli stessi risultati.

Con quali differenze?

N.B   Naturalmente tutte le considerazioni che faccio e le sensazioni che esprimo, riguardano me e la mia esperienza, il mio punto di vista, In base alle mie esigenze e il mio modo di scattare nei contesti in cui lavoro.  Ricordatevi che questo articolo parla della    ” MIA STORIA” e  il “MIO VIAGGIO”  . 😊

 

Torniamo a noi, Le differenze.

Praticamente mi ritrovo con un sistema che mi permette di scattare sempre, di fare esattamente quello che facevo prima ma :

  • stando più leggero con  meno ingombro.
  • il giorno, avere tempi di scatto veloci con tanta P.D.C
  • in scarsa luce con diaframmi aperti, avere abbondante P.D.C  e  tempi di scatto ragionevoli contemporaneamente.
  • colori e bilanciamento sempre corretti e quindi quasi mi si azzera il  tempo a sviluppare.
  • tropicalizzazione che mi permette di lavorare sotto l’ acqua e freddo ( ma sotto l’ acqua e freddo davvero) e in mezzo al vento e sabbia ( veri anche questi 😂) senza problemi di nessun genere
  • il sensore non si sporca mai.
  • la grande maneggevolezza abbinata alla stabilizzazione incredibile, mi evita di portare il cavalletto.
  • facendo reportage, e non dovendo sempre congelare i soggetti come nello sport o nell’ avifauna, e magari a diaframmi chiusi e in luce bassa , con questa stabilizzazione pazzesca,  posso decidere di fotografare con tempi lenti, ( PARLO ANCHE DI SECONDI A MANO LIBERA) e scegliere se avere,  o tantissima P.D.C o ISO  bassissimi.
  • ci sono batterie sul mercato di concorrenza che vanno come le originali e non “costano una mazza”
  • gamma di obiettivi enorme con alcuni modelli pro di livello altissimo, a costi di un terzo rispetto ai relativi in formato grande.
  • con costi ridottissimi, soprattutto nell’ usato, puoi permetterti di avere un sistema completo, AFFIDABILE,  con due corpi e diversi obiettivi , ad un prezzo totale che è inferiore al costo di una singola “lente” di alcuni BRAND… ( continuate a seguirmi e ve ne parlerò in un articolo dedicato😉  ).

 

Sto utilizzando il MICRO QUATTRO TERZI  da novembre dell’ anno scorso e dopo tutte queste valutazioni, prossimo alla partenza per un lungo lavoro di 2 mesi In Giappone in Febbraio di quest’ anno,  ho deciso di partire solo con  il SISTEMA  OLYMPUS MICRO 4/3.

Risultato?

Ve lo racconterò in un prossimo articolo 😉

 

Al prossimo articolo

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