FRANCESCO CITO I GRANDI MAESTRI

MAGGIO 2024

Ciao a tutti e benvenuti su un nuovo articolo di FORMAZIONE GRATUITA.

Oggi, con grande orgoglio e piacere, condivido con voi un contenuto prezioso. Un video intervista all’ amico, collega e per sempre Maestro 🙏 :  Francesco Cito.  Uno dei più grandi fotografi viventi.

Prima di guardare il video vorrei introdurre nell’ articolo qualche concetto “utilizzando”  un suo pensiero.

“L’idea dietro la foto”
La fotografia vista con gli occhi di Francesco Cito

Eureka aveva esclamato Archimede quando trovò risposta al suo quesito, alla domanda che si era sempre posto. Eureka, esclamiamo oggi, quando sul display della nostra macchina fotografica, compare la foto appena scattata.
Ma è poi vero, o è solo illusione?
Quando l’artista Lucio Fontana, nato a Rosario, Argentina 19 febbraio 1899, è morto a Comabbio, Varese il 7 settembre 1968), cambiò il concetto dell’arte pittorica, eseguendo un taglio nella tela bianca posta sul cavalletto, dietro quel gesto, c’era un pensiero, un’idea. Oggi purtroppo la tecnologia digitale, ci permette di realizzare foto perfette, la fotocamera non sbaglia quasi mai, ma quelle foto hanno purtroppo una peculiarità non indifferente. A loro manca l’anima. La foto non è più pensata, in essa non c’è l’idea che l’ha condotta a realizzarsi. Noi abbiamo smesso di pensare, di immaginare ciò che vorremmo raccontare, ma conosciamo a mena dito tutti i pulsanti, e i menù delle nuove fotocamere.
A volte è come intraprendere il viaggio con Al, il super computer dell’astronave di “Odissea nello Spazio” di Kubrick, in cui il computer geloso, diventa padrone della nostra vita. Questo è ciò che è accaduto, e sta accadendo nella fotografia. Oggi deleghiamo al software della macchina fotografica, quello che invece dovremmo essere noi a concepire. Quando si guarda alle foto dei grandi maestri della fotografia del passato, non ci si sofferma a capire, cosa veramente c’è dietro quella immagine, del perché della sua realizzazione, quale pensiero voleva trasmettere l’autore e del perché realizzata come la vediamo.
I bravi fotografi, non si guardano attraverso la singola immagine, ma attraverso i provini dei tanti scatti che essi hanno eseguito per giungere al risultato finale. A volte, un’immagine può anche essere frutto di un solo scatto, ma anche quell’istantanea, va immaginata prima, pur non immaginando quel particolare nudo e crudo. In tutto c’è preparazione, la foto per caso non è mai esistita, anche laddove alcune singole immagini hanno fatto la storia della fotografia.

Francesco Cito.

Per chi non lo conoscesse e volesse comprendere lo spessore dell’ uomo e del professionista che è, vi lascio la sua Biografia affinché possiate, qualora lo desideriate, conoscere e approfondire la sua storia e il suo lavoro.

Biografia di Francesco Cito

Francesco Cito, è nato a Napoli il 5 maggio 1949. si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia.
Nel 1975, è assunto da Radio Guide, settimanale dedito agli avvenimenti di musica leggera in Gran Bretagna. A seguito diviene fotografo free-lance e inizia a collaborare con The Sunday Times mag., e L’Observer mag.
Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato dall’Armata Rossa, e a seguito di vari gruppi di guerriglieri percorre 1200 KM a piedi. Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.
Nel 1982 – 83, realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Nel 1978 per The Sunday Times magazine. aveva realizzato un reportage sul contrabbando di sigarette dallo interno dell’organizzazione contrabbandiera.
Nel 1983 è sul fronte Libanese, segue il conflitto in atto fra le fazioni palestinesi appoggiate dal regime siriano di Assad, contro Yasser Arafat e i suoi sostenitori. È l’unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi Refugee Camp, ultima roccaforte di Arafat in Libano. Seguirà le varie fasi della guerra civile libanese, fino al 1989.
Dal 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all’interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza. Seguirà tutte le fasi della prima “Intifada” 1987 – 1993 e la seconda 2000 – 2005. Resta ferito tre volte durante gli scontri.
Nel 1994 realizza per il settimanale tedesco Stern un reportage sui coloni israeliani oltranzisti. Nell’aprile 2002, è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l’assedio israeliano alle città palestinesi.
Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e ancora clandestinamente a seguito dei “Mujahiddin” per raccontare la ritirata sovietica.
Nel 1998 a seguito dei bombardamenti americani su Kost in Afghanistan, fallisce l’intento di incontrare Osama Bin Laden.
Nell’agosto 1990, è in Arabia Saudita nella prima “Gulf War” dopo l’invasione irachena del Kuwait, fino alla sua liberazione il 27 – 28 febbraio 1991.
In Italia si occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi come il Palio di Siena che gli varrà il primo premio al World Press Photo 1996 ed altri rilevanti aspetti della società contemporanea.
Dal 1997 l’obiettivo è puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici, già in parte racchiuso in un foto-libro.
Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (Russia), per documentare le attività produttive, a seguito della scoperta di ingenti giacimenti petroliferi. Lavoro divenuto una mostra e un foto libro editato in Russia.
Nel 2012 la prestigiosa casa di gioiellieri parigini “Van Cleef & Arpels” gli commissiona la realizzazione di un lavoro fotografico, in cui descrivere l’operosità attraverso le mani dei loro artigiani nel confezionare i gioielli più esclusivi del mondo.
1995 il World Press Photo gli conferisce il premio per il “Neapolitan Wedding story ”
1996 il World Press Photo gli conferisce il premio per il “Palio di Siena”.
1997 l’Istituto Abruzzese per la storia d’Italia contemporanea, gli conferisce il premio “Città di Atri” per l’impegno del suo lavoro sulla Palestina.
2001 il Leica Oskar Barnak Award gli assegna la Menzione d’Onore per il reportage “Sardegna”
2004 riceve il premio Città di Trieste per il Reportage. I° edizione
2005 riceve il premio: La fibula d’oro, a Castelnuovo Garfagnana (LU)
2005 riceve il premio ” Werner Bischof ” Il flauto d’argento ad Avellino
2006, la FIAF lo insigne del titolo “Maestro della fotografia italiana.
2006 vince il premio Bari-photocamera
2007 riceve il premio Benevento
2009 vince il premio San Pietroburgo (Russia)
2009 insignito del premio Antonio Russo per il reportage di guerra, PE
2013 Vince il primo premio Canon – Mondadori
2022 insignito del premio Chatwin – L’0cchio assoluto
Ha collaborato e pubblicato sulle maggiori riviste nazionali e straniere: Bunte, Epoca; l’Europeo; Figaro mag; Frankfurter Allgemeine mag; Illustrazione Italiana; Il Venerdì di Repubblica; The Indipendent; Io Donna; Il Sole 24 Ore mag; L’Express; Life; The Observer mag; Panorama; Paris Match; Sette-Corriere della Sera; Smithsonian mag; Stern; Sunday Times; Traveler; Zeit mag;

 

Concludo l ‘ articolo con una riflessione di Francesco per ricordare, soprattutto in questo momento storico pervaso dall’ “artificio e l’ artificialità” , quanto sia sempre il nostro pensiero, la nostra cultura, il nostro impegno, la nostra sensibilità, la nostra etica e responsabilità a determinare la profondità di un risultato.

“La fotocamera purtroppo non è la fotografia, se prima in essa non viene impressa la nostra idea. Noi, si ha bisogno di avere la consapevolezza che Il pensiero che vogliamo esprimere implica una enorme responsabilità, con la fotografia noi pronunciamo giudizi”.

“Le foto, a differenza di quello che la maggior parte della gente crede, non nascono per casualità, ne tanto meno grazie alla super fotocamera ultimo modello. Una buona foto nasce nella testa, anche quando è del tutto casuale e improvvisa, come durante un reportage, dove non sempre si è consapevoli di cosa può apparire svoltando l’angolo. Però è altresì vero, che un reportage, una storia fotografica da raccontare, va preparata e quindi quasi mai una fotografia nasce per caso. La nostra preparazione mentale ci mette nella condizione di vedere ciò che ci appare davanti, ancor prima che gli occhi ne registrano la visione. Qualcuno potrebbe definirlo istinto, ma senza l’idea dietro il concetto non avrebbe sviluppo”.

Francesco Cito.

 

Questo video è contenuto nel canale youtube  RIFLESSIONI FOTOGRAFICHE dove vi invito ad iscrivervi e partecipare alla bellissima community    https://www.youtube.com/@riflessionifotografiche 
Un canale dell’ amico e collega Damiano Durante con cui collaboro in rubriche dove viene diffusa la cultura fotografica.

 

Buona visione

FRANCESCO CITO UN GRANDE FOTOGRAFO SI RACCONTA      https://www.youtube.com/watch?v=nYZVJSX2uyY

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