GRAZIE CARAVAGGIO PITTURA E FOTOGRAFIA : UN MATRIMONIO PER L’ ETERNITA’

MAGGIO 2024

Ciao e benvenuti in un nuovo articolo di FORMAZIONE GRATUITA.

Il titolo è abbastanza chiaro e non lascia dubbio a quale sarà il contenuto. 😊

Prima di arrivare a parlare del sommo Maestro, vorrei introdurvi l’ argomento con una premessa che probabilmente vi sarà di aiuto, soprattutto a coloro che sono a digiuno della materia.

Mi avete più volte chiesto quanto e se la pittura, sia un elemento importante per la preparazione di un fotografo.

Per me e non solo… la risposta è

FORTEMENTE SI.

PER QUALSIASI TIPO DI OPERATORE CHE ABBIA A CHE FARE CON L’ IMMAGINE 🙏

 


Un fotogamma di Spiccioli dal cielo 1981                                                           I nottambuli Edward Hopper  1942

 

 


Un fotogramma di La Casa di Jack del 2018                                   Eugene de La Croix  1822

 


Un fotogramma di Arancia Meccanica del 1971                               La ronda dei carcerati Van Gogh 1890

 


Un fotogramma di Passion del 1982                                                        La petite Baigneuse interieur de Harem 1828

 


Un fotogramma di Light House del 2019                                                        Hypnosis      Sacha Schnider 1904

 

 

“Sreet Photography, e Reportage ” …           NEI MACCHIAOLI

 

 

 

 

Potrei andare avanti per kilometri…

LUCE, COMPOSIZIONE E MOMENTO, ( attimo) sono di base,  tre aspetti imprescindibili per costruire l’ esperienza e le abilità di un fotografo. Come vi esprimo più volte in altri articoli, e approfondisco durante i miei laboratori e corsi, il fotografo ha necessità di acquisire elementi culturali e multidisciplinari per elevare la propria coscienza e consapevolezza. Personalmente, ritengo che la pittura, sia una disciplina che faccia parte delle materie portanti per chi, in un modo o in un’ altro, decide di relazionarsi all’ immagine in generale.

 


Vocazione di S. Matteo   Caravaggio

 

Dalle vostre domande, nasce la volontà di lasciarvi una SINTESI ( naturalmente, in un articolo, non è possibile scrivere un’ intera enciclopedia di tutto il percorso della pittura nella storia dell’ arte 😅 )  DI UNA PARTE DELLA STORIA DELLA PITTURA E DI ALCUNI ESPONENTI CHE RITENGO UTILI, PER RELAZIONARSI ALLA COMPRENSIONE E L’ OSSERVAZIONE DEL COLORE, DELLA LUCE E MOLTO ALTRO…NELLA FOTOGRAFIA.

Quindi mi limito a suggerirvi, a mio parere, quali periodi e autori siano didatticamente più utili ai fini di arricchire il proprio bagaglio culturale includendo un piccolo  “OMAGGIO”  al nostro Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

PREMESSA

Vorrei condividere con voi un pensiero sulla relazione pittura/ fotografia che ho acquisito e sviluppato col tempo e nel tempo.
Conoscendo bene i due “strumenti”, esprimo una visione in parte personale ma consapevole ed esperienziale, e in parte, analitico storica.

Prima di iniziare ad analizzare e discutere dell’ argomento, se siamo dei “veri” fotografi, credo sia importante la propria identificazione disciplinare all’ interno dei due mondi e inoltre, come ci si dichiara nei confronti del fruitore finale.

Chi sono? Un fotografo, un artista, un pubblicitario, un grafico, appunto un pittore o qualcos’altro?…

Facciamo chiarezza storica

La fotografia nasce come strumento originario di ciò che definiamo nella storia dell’ arte , “ periodo contemporaneo “
Il fotografo ( NELL’  ACCEZIONE PURA E NATIVA) non ha bisogno di sentirsi chiamare “artista” , in quanto la fotografia è “teoricamente” un messaggio ineludibile e documentale.
Il pittore invece necessita di far parte degli “operatori delle arti” in quanto, lo sviluppo del pensiero e la realizzazione dell’ opera, fanno parte di un processo creativo “stratificato” che permette, volendo, di astrarsi completamente dalla documentazione e “inventare” ,”interpretare” la realtà.

Oggi diremo, con l ‘avvento di photoshop e della I.A , che gli “abusatori” hanno reso questa distanza nativa ormai contratta.

Che sia chiara la mia opinione in merito : se uno si dichiara e si schiera apertamente ed è coerente con il processo di creazione e del risultato, è assolutamente esprimibile qualsiasi tipo di forma artistica ed utilizzo degli strumenti ( in maniera propria o impropria che sia) e ritengo che nell’ arte in generale, sia tutto lecito affinché ci sia un percorso consapevole.

Detta chiaramente : Se fotografi usando luce, e in sviluppo, attui i processi di ottimizzazione “naturali” per finalizzare  la foto, sei un fotografo.  Se componi immagini fatte e o costruite al computer o addirittura collage con l’ IA, anche se parti da un immagine registrata da una fotocamera ma poi la manipoli astraendo completamente la condizione, il momento, i soggetti e gli elementi, non stiamo parlando di fotografia; è un’ altra  disciplina: “e detto tra noi”, sarebbe il momento di darli un nome per differenziarla dalla fotografia, oltre che artisticamente anche legalmente.

Oggi  però, voglio parlare del processo che ha portato allo sviluppo del pensiero creativo trasferendo il concetto : azione dell’ uomo nella comunicazione e rappresentazione del “vero”, attraverso gli strumenti nel suo stato NATIVO/PURO.

Quindi, tornando alla pittura; prima del “contemporaneo”, il bisogno della documentazione, era strettamente correlato alla tecnica, ai fini di rappresentare la verità e a rispettare un metro di misura del fruitore o committente che fosse, cercando di “ricostruire” nell’ opera, la sensazione percepita del vero. (anche se poi la storia ci insegna che, per quanto riguardava il contenuto, non sempre andava così…)  =  (LA PROPAGANDA E’ SEMPRE ESISTITA😠)

Questo concetto è andato avanti fino i primi periodi in cui la fotografia è nata, e tra l altro, i detrattori inizialmente, la sottovalutavano e la denigravano pensando che non sarebbe mai sopravvissuta o addirittura, che avrebbe preso il posto della pittura.

Con e dall’ l avvento dell’ impressionismo, poi le cose cambieranno, e studiando cronologicamente gli autori che vi suggerisco, ( se vorrete approfondire ) lo comprenderete.

“La fotografia durerà poco, per l’evidente superiorità della pittura” Journal des Scanvas 1829″ si leggeva agli albori…      ad’ oggi possiamo dire che non è proprio andata cosi’   😅

Adesso vi chiedo un’ atto di meditazione interiore🙏  provando a distaccarvi dalla propria visione attuale; in quanto, nel tentativo di trasferirvi il concetto che sto per scrivere, è probabile che possiate incappare in incomprensioni data la difficoltà dell’ argomento e la possibile assenza di nozioni storico/artistiche e strumenti valutativi per comprendere con oggettività il concetto.

Quando vediamo fotografie più eteree, “strane” o con tecniche di scatto particolari etc…uno tende a giudicarle genericamente “artistiche” e di conseguenza artista il fotografo; la difficoltà maggiore nel capire se la definizione può esprimere correttamente l’ aggettivo, è dovuta dalla mancanza della conoscenza del processo per comprendere se realmente lo è, o è solo ” strano per essere strano : OFAMO STRANO”  😅

La mia visione, posizione e scelta a tal proposito, quindi personale, è abbastanza rigida. Naturalmente vale per me e ciascuno ha il diritto di schierarsi dove e come vuole.
Quando si “artisticizza” eccessivamente la fotografia ( soprattutto nell’ estetica), si rischia di ripetere temi e concetti già espressi, e con un probabile ritardo di centinaia d’ anni 😊. Dal punto di vista sociale e appunto artistico, la vedo come un involuzione dello sviluppo creativo/innovativo. Diversamente, credo che per utilizzare la fotografia e risultare più ” MODERNO”, dobbiamo concentrarsi sulla specialità del momento e del “reale” e rafforzo questo mio pensiero citando le parole di un’ amica e fotografa che stimo moltissimo, ( MONIKA BULAJ )  :   ” Oggi basta mettere una pentola in testa a qualcuno per dire che sia una fotografia moderna”, a me questo fa molto ridere. Io penso che la fotografia “del reale” sia una cosa pazzesca” , un enorme sfida, tremendamente faticosa”

Quindi penso che il fotografo debba fare il fotografo e il pittore il pittore ; anche perché “dipingere” con la tecnica moderna fotografica o l’ intelligenza artificiale e compagnia bella, è facilissimo rispetto a dipingere davvero…motivo per cui oggi, affidandosi a questi strumenti automatizzati e “sostitutivi all’ intelligenza umana”, una buona parte dei fotografi “moderni” , scarseggia molto spesso di una buona tecnica di base, cultura dell’ immagine e capacità di osservazione.

Da questo nasce a mio avviso, l’ esigenza di conoscere bene il percorso storico e gli elementi della pittura per essere un fotografo migliore.

Tutti i grandi maestri che appunto hanno toccato, dai primi decenni del novecento la fotografia, ci hanno lasciato un archivio di una qualità eccelsa, proprio perché erano storicamente più connessi alla pittura, le arti visive e plastiche in generale.

Ho scelto e selezionato periodi e autori, a mio giudizio, significativi e utili che necessariamente hanno studiato e padroneggiato il colore in modo sublime ma in relazione ad un uso della luce magistrale, elemento imprescindibile per un fotografo.

Motivo per cui inizio dalla fine del 1500 inizi del 1600, in poi

MENSIONO FUORI LISTA TEMPORALE SOLO MICHELANGELO COME UN ESSERE UMANO ALIENO ALLA COMPRENSIONE UMANA , UN MEDIATORE FRA LE ARTI ALLO STATO ASSOLUTO.

CARAVAGGIO (italiano 1571-1610) “IL PRIMO FOTOGRAFO DELLA STORIA”🤭  , il mio preferito, su Caravaggio permettetemi di spendere parole, poi degli altri non scriverò niente e avrete modo personalmente, di cercare e approfondire la biografie, il percorso e opere, naturalmente se sarete interessati 🙏

 


Cena in Emmaus

 

Rivoluzionario per contenuti , tecnica pittorica e forza comunicativa che ancora oggi è per certi aspetti attualissima. E’ il primo a rendere visivamente ed emotivamente reali le scene che fino a poco tempo prima, erano esaltate in modo “ultradivino e iconico” ,quasi intoccabili ,trasformandole in dei crudi e tangibili reportage a tutti gli effetti. ( guardate la vocazione di S. Matteo e li c è la sintesi di questo concetto).

Inizia a 11 anni…alle costole di Simone Peterzano e a 20 anni circa è gia a Roma da Cavalier D’Arpino , da li in poi è in mezzo alla cultura..non si scappa, musica, letteratura, poesia ,architettura etc…etc…
Perché Caravaggio ?

Per tanti motivi ma in particolare uno : lui dipingeva in real time, con i modelli presenti e utilizzando sempre la luce dalla alto come naturalmente fa il sole… era velocissimo proprio perché osservava e dipingeva subito e non voleva interpretare ma copiare, “fotografare”.
Usava tele di lino con tramatura molto fine ( come lavorare ad iso bassi). Per la base, ( mestica) usava olio pigmenti , terre e gesso.( non è un caso che nei grandi obiettivi leitz si usasse le terre rare…)
Il colore della base per lui era importantissimo ,tendente al bruno e ocra, che funzionava oltre che come base, anche come sfondo nei punti in cui non ci dipingeva sopra , al massimo o lo velava o dava dei colpi di luce.
La cosa che faceva come struttura compositiva essenziale, come guida, era delineare i punti forza, graffiando leggermente la base con una puntina, in modo tale che poi potesse, in momenti diversi, ricomporre la scena in maniera perfetta riposizionando i modelli nel punto esatto. Questo precludeva che avesse una cultura esemplare sulla prospettiva, anatomia, geometria etc… poi successivamente iniziava direttamente , sempre con i modelli presenti a dipingere dal vero.

 


Cristo ala colonna

 

Questo è ciò che rende così credibile la pittura di Caravaggio, in contrapposizione invece al classico modo dei predecessori ,in cui, prima si disegnava tutto e poi dopo, anche senza la scena ricostruita o posata, dipingevano a pensiero ed “interpretazione” Caravaggio no.. lui fotografava…

Poi iniziava ad osservare i punti di luce bassa ,usando una terra bruciata come “contornatore” e da li partiva a riempire ; alcuni storici e critici ( a mio personale parere un po’ rompi%&glioni ) quindi alla fine dicono che anche lui utilizzava il disegno come maschera ma il mio pensiero rimane fermo ( come altri critici e studiosi posso citarvi Bellori) al fatto che lui partisse dalla lettura delle zone scure, e si tracciasse piccole porzioni ma solo per riferirsi alle proporzioni generali della visione d insieme.
Questo, un fotografo lo comprende bene e è supportato dal fatto che in tante porzioni della tela, il colore fosse la tinta originale della base ad affiorare dalle pennellate adiacenti delle altre cromie, funzionando come un mezzo tono rispetto alle ombre più profonde, quindi, a mio modesto parere, disegna con la luce rispettando il movimento del colore illuminato sulle varie superfici, per me, un genio assoluto.

 


Flagellazione di Cristo

 

Quando poi inizia a utilizzare tinte più chiare fino al bianco, per definire i punti luce più alti, non lo fa a stratificazioni, aspettando che secchi lo strato sottostante ( come facevano tutti) ma, a riprova che per lui la pittura era un “composito di luce e materia”, la stendeva mescolando, impastando senza far percepire la separazione fra gli strati. Poi dopo nel tempo, lo hanno “scopiazzato” in tanti e definito questa tecnica : impasto a corpo.

Nella prima fase usa diversi colori brillanti ma poi col tempo incomincia a tendere verso le dominanti delle terre come le ocre rosse e gialle ,cinabro e poi verde rame, nero carbone e bianco di piombo.
Parlando del volume e dell’ ariosità delle sue opere, un aspetto che oggi noi definiamo tridimensionalità/plasticità lo aveva già capito…e tendeva intorno ai soggetti a lasciare sempre la base in modo crudo, cosicchè risultasse più chiara e creasse stacco fra soggetto e sfondo …
Per me lui rimane il maestro dei maestri.

 


Martirio di S. Matteo

 

 


S. Girolamo Scrivente

 

Esprimo un parere forte ma è assolutamente personale 🙏

Volendo fare una valutazione comparativa costruttiva nei nostri tempi, direi che quando guardi gli altri suoi contemporanei e successori, sembra di vedere tanti fotografi di oggi che si “azzardano a scimmiottare un’ originale, mentre quando vedi le sue opere vedi i sentimenti, le espressioni connesse con il cuore, la materia che prende forma in modo tangibile, è come osservare i reportage dei grandi maestri della fotografia del passato…infatti non è solo la sua tecnica che lo rende unico ma il suo vissuto, il suo modo di sentire ed osservare, il suo bagaglio di vita.

Potrei andare avanti per ore ma lascio a voi sviluppare la vostra curiosità e indagare su questo incredibile osservatore…

GUIDO RENI (italiano 1575-1642)
PIETER PAUL RUBENS (flammingo 1577-1640)
NICOLA PUSSIN (francese 1594-1665)
CLAUDE LORRAIN (francese 1600-1682)
REMBRANDT (olandese 1606-1669)
BARTOLOME’ ESTEBAN MURILLO (spagnolo1617-1682)
JAN VERMEER (olandese1632-1675)

GIAN BATTISTA TIEPOLO (italiano 1696-1770)
CANALETTO (italiano- 1697-1768)
FRANCISCO GOYA (spagnolo 1746-1828)
JACQUES LOUIS DAVID ( francese 1748-1825)

ANTON SMINCK VAN PITLOO ( LO ADORO!! olandese 1790-1837)
ALESSANDRO LA VOLPE (italiano1820-1887)
VINCENZO CASABIANCA (UN’ALTRO GRANDE “FOTOGRAFO” italiano 1827-1902)
EDGAR DEGAS (francese 1834-1917)
ADRIANO CECIONI(ALTRO IDOLO ASSOLUTO!!! italiano 1836-1886)
CLAUDE MONET (francese 1840-1926)
PIERRE AUGUSTE RENOIR (ALTRO GRANDE AMORE! francese 1841-1919)

Tutto ciò, è una scelta e una selezione personale dettata da anni di studio e attenta analisi della storia dell’ arte, questo, nel tempo, mi ha portato a comprendere perché, il processo e lo sviluppo della pittura nei secoli ci ha condotto tecnicamente, psicologicamente e socialmente al “bisogno “ della fotografia.
In questo articolo condividiamo solo la pittura, ed é un piccolo frammento, ma vi assicuro che è già tanto materiale da studiare analizzare e approfondire se lo vorrete.
Se siete interessati ad altri articoli simili, scrivetemi pure che magari farò il possibile per accontentarvi 🙏

Questo articolo è solo un “umile goccia”  di quello che potremo condividere. Mi permetto di definirlo semplicemente un piccolo stimolo a riflessioni e pensieri costruttivi che mi auguro, possano esservi di aiuto e vi incalzino ad azioni utili per la vostra cultura, attitudine e risultati.

Al prossimo articolo

Andrea

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