PRIMA DI SCATTARE PENSA

MAGGIO 2024

Ciao ragazzi ben venuti in questo nuovo articolo di FORMAZIONE GRATUITA.

Oggi riflettiamo su quanto sia importante gestire la propria energia emotiva di fronte ad un situazione.

Questo articolo nasce grazie alle innumerevoli email e commenti lasciati nei video su youtube. In pratica siete incuriositi dal fatto che vedete immagini con una carica emotiva intima e forte e allo stesso tempo ben esposte, con composizioni pulite in cui la mia presenza nella scena spesso, è molto intrusiva; i soggetti sono sempre rilassati nel svolgere le sue attività come se io no ci fossi, e nei ritratti, le persone si mostrano donandosi in maniera pura.

Vi ringrazio amici per il vostro apprezzamento🙏  ma non vi stupite, non c’ è niente di magico se non molto studio, esercizio e tanto duro lavoro.

Vi racconto il processo e vi do un po’ di suggerimenti.

Mi avete scritto che molte volte vi emozionate di fronte ad una situazione nuova che non avete mai fotografato, perdete il controllo e non riuscite a gestire bene la scena.

MI DITE CHE VI ACCADE SIA QUANDO C’E’ INTERAZIONE CHE SENZA INTERAZIONE MA OGGI PARLEREMO SOLO DELLA PRIMA CONDIZIONE (seguite il blog che ci sarà anche un altro articolo👍 )

Perché vi succede questo?

“Appunto perché ? facci capire” 😊

Prima di tutto non preoccupatevi, è fisiologico.
Ogni volta che ci troviamo di fronte ad una condizione che non abbiamo mai vissuto, il nostro cervello è privo di una memoria “comportamentale storica”, quindi in quel momento, cerca soluzioni immediate “pescando” da altre esperienze passate, comportamenti simili per risolvere quella determinata situazione; nel caso non ci siano informazioni “utili” è normale andare in “panne” e di conseguenza uno si può agitare.

Tu mi dirai : “si ok capisco, però se mi trovo in una condizione nuova e mi emoziono, è proprio perché quella esperienza non l ho mai conosciuta e voglio viverla; il problema è che mi agito perché non voglio perderla e spesso faccio casino, sbaglio esposizione, gestione della PDC, compongo in modo compulsivo etc…etc…  😫 insomma vado un pò in ansia, quindi come  faccio a risolvere il problema?”

Ginnastica.

“Ginnastica” ?

Si,  “simulazione”.

“Simulazione ? non sto capendo” 😅

Prima di tutto partiamo da una REGOLA BASE STRUMENTALE che già ci può aiutare ad alleggerire il cervello 😅

Andreste mai in battaglia senza colpo in canna? o senza armatura? o sapendo che 5 volte su 10 l’  “arma che usate” fa cilecca? o non conoscendo come utilizzare bene il grilletto o il caricatore?

“Direi di no 😅”

APPUNTO. IMPARATE A GOVERNARE I VOSTRI STRUMENTI CA&%O 😂 , Dovete conoscerli a memoria, impostate la vostre fotocamere in modo semplice ed operativo. Poche funzioni e utili, spengete tutte le seghine, segnalini, avvissini , lampeggini, inseguimenti di passerotte volanti😂  etc… pulite il mirino lasciandoci i valori della triade esposimetrica  e concentratevi sulla scena 🙏 sennò altro che ansia vi viene durante la fase di scatto…vi ammalate di nevrosi cronica con istinti distruttivi 🤯  ma questo è un argomento che tratterò in un articolo dedicato 😎 continuate a seguirmi.

Torniamo a noi 👍

Capiamo assieme con un  ESEMPIO IPOTETICO.

Immaginiamo che hai deciso di fare un viaggio in Spagna del nord e il tuo desiderio è quello di fotografare borghi antichi e persone del luogo.
Quale è la cosa più vicina a questo tipo di esperienza?

“Non saprei”

Tu sei italiano?

“Si 😊”

E vivi in Italia, un paese pieno di vecchi borghi meravigliosi con tantissime realtà sociali interessanti o mi sbaglio? 😊

“Si certo certo 😅”

Se ti metti a studiare un po’ di storia, cultura e costume dei relativi paesi, ti accorgerai che ci sono elementi comportamentali sociali ed architettonici  “somiglianti”.
Le fonti possono essere moltissime: libri, film, documentari, lavori di altri autori, e tutto ciò che si relaziona con l’ argomento quindi studia cosa incontrerai.
Prima di partire per il viaggio prefissato, prova ad addentrarti, intimamente nella realtà più vicina a te “somigliante” ( quella del tuo paese: qualche giornata dalla mattina alla sera, quando sei libero la domenica, o un fine settimana, insomma quando puoi ma il più possibile, 😅 più lo farai e ripeterai e meglio sarà… ) affinché tu possa empiricamente, abituarti ad osservare le reazioni e le dinamiche di quello che succede e che poi ti potrà accadere anche nel futuro viaggio.

Prima di iniziare a scattare fotografie, cerca di capire dove sei, chi sono i soggetti/oggetti che fotograferai e arrivato nel luogo, prova ad osservare tenendo la fotocamera dietro la schiena o meglio ancora nella borsa per un po’.

Se per esempio, avrai capito che vivono 200 anziani e non ci sono campetti da gioco per i bimbi, già avrai un indicazione di dove andare a cercare gli abitanti giusto?

” si certo in piazza o al circolo mi sbaglio” 😅 ?

Esatto.

Se l’ età media degli abitanti è 80 anni, prova ad interagire affrontando argomenti che siano alla portata del loro bagaglio di vita. Naturalmente sarà inutile disquisire sull’ ultimo smartphone uscito.

Per l’ architettura e il territorio, studiare una mappa, capire come è orientato il borgo, sapere gli orari di alba e tramonto, ti aiuterà ad intuire dove la luce cadrà e come.

“incomincio a capire”…

Vedrai che a forza di replicare con attitudine costante certe azioni, il processo di scatto diventerà sempre più fluido e acquisendo un controllo maggiore sia tecnico che emotivo, sarai più rilassato e concentrato.

Non fingere, interessati veramente a ciò e chi fotografi, innamorati. E’ sempre un dono ascoltare le storie di altri esseri umani e conoscere il passato e presente dei luoghi che visiti, c è sempre qualcosa da imparare e vedrai col tempo, si trasformerà in uno strumento di “lettura” per te stesso e della vita che ti circonda.

Una volta fatto esperienza in “casa” ,  replica gli stessi atteggiamenti quando sarai In Spagna (nell’ esempio fatto ma il paradigma è traslabile ovunque ) cercando il più possibile, di studiarti un “MINI VOCABOLARIO” per approcciarti  e rompere la primissima barriera del linguaggio. Naturalmente conoscere più lingue possibili e bene, è un vantaggio che ti apre molte porte. ( farò un articolo sulle barriere linguistiche seguitemi 👍)

Ricordati che l’ invisibilità non esiste. L’ unica possibilità che abbiamo, è quella di  farsi accettare; solo in quel momento potremo essere inclusi nel contesto ed essere riconosciuti come parte del tutto e non come il “Fotografo invasore” e vedrai che poi si dimenticheranno che sei un fotografo e di conseguenza, potrai muoverti liberamente fotografando l’ autenticità e la spontaneità.

In conclusione ragazzi, un modo efficace per abbattere la compulsività e l’ emotività, è quello di fare molta esperienza ripetendo spesso e con costanza, tutte le azioni che ti portano ad ottenere un determinato risultato cercando di “automatizzare” ed interiorizzare il processo.

Naturalmente col tempo diventerete sempre più veloci e acquisirete una mole di esperienza tale che vi permetterà di essere “pronti” in tantissime condizioni diverse, senza mai essere dominati dall’ indecisione e l’ ansia, abbassando così al minimo, il margine di errore.

 

Non dimenticate che la maggior parte delle immagini migliori, sono frutto di un investimento temporale grandissimo e spesso, il risultato di una abbondante sequenza di scatti…magari fosse sempre buona la prima 😅.
A volte per ottenere la foto buona e funzionale ho dovuto investire giorni nello stesso posto, capire le dinamiche del movimento delle attività del luogo, osservare la luce in diversi orari per decidere quale fosse il momento e posizione migliore etc…etc…etc… poi accade anche il famoso ” colpo di cu&o ”   ma è la minoranza delle volte purtroppo😅. (e comunque  il cu&lo ricordatevi che si rivela di fronte agli audaci 😉)

 

 

CONDIVIDO CON VOI UN ESEMPIO IN USO REALE CHE PUO’ AIUTARVI A CAPIRE MEGLIO

Questa immagine appartiene ad un progetto ed un catalogo chiamato “EL FUOGO PALMERO” che descrive la resilienza del popolo dell’ Isola della Palma ( ISOLE CANARIE) dopo il disastro dell’ ultima eruzione.
Un  immagine che racchiude elementi di documentazione, reportage con una carica narrativa ed emotiva  molto forte.
Il luogo in cui è stata scattata, è una vecchia scuola distrutta come potete vedere dalla massa di lava che ha sepolto quasi tutto il fabbricato, salvando solamente una parete e il campetto da basket.

Se non fosse stato per il tempo investito col ragazzo presente nell’ immagine, non sarei mai riuscito ad accedere ad un luogo interdetto e sbarrato dalle autorità per ovvi motivi. Per farvi capire la densità del progetto :  è stato sviluppato in tre sessioni durate mesi di lavoro all’ interno di un anno; questo mi ha permesso di costruire relazioni con gli abitanti locali e le forze dell’ ordine, intervistare, ascoltare le loro storie e avere accesso, oltre che alle sue emozioni anche a luoghi che hanno rappresentato molto nella propria vita.

Prima ho conosciuto la madre e poi il figlio, che dopo insistenti richieste per andare a giocare al campetto, alla fine insieme all’ ok delle forze dell’ ordine, gli viene concesso.
Io gli ho solo chiesto di accompagnarlo, intuendo che sarebbe stato un occasione imperdibile per raccontare un pezzo importante della storia e lui, orgogliosamente, è stato felice di condividere il momento.
Arrivati vicino alla scuola mi racconta tutto, il prima e il dopo; con grande nostalgia e allo stesso tempo frenesia di tornare nel suo spazio di gioco che coscientemente sapeva avrebbero poi abbattuto…si fa largo in un buco “segreto” attraverso una rete e mi invita a ed entrare.

Da li, si mette a giocare nel campetto (in altra zona rispetto a quella che vedete nell’ immagine sopra) ed io non faccio altro che scattare senza interagire, studio l’ ambiente e la luce ; la sua gioia e “freschezza” nel cercare di buttare la palla nel cesto, era già di per se uno scenario abbastanza potente fino a quando, dopo diversi “insuccessi” , cammina verso quella bomba vulcanica per salirci sopra, acquistare altezza e garantirsi il canestro.
Appena accortomi che si dirigeva verso la bomba vulcanica, avevo già pensato ed intuito quale immagine avrei dovuto scattare: lo anticipo, mi posiziono alla distanza giusta in base alla focale che avevo, ( un 28 mm) espongo correttamente e metto a fuoco manualmente a 3 metri con diaframma 11 ( valori su un 24×36) . Tutto è a fuoco e scatto, buona la prima. Ne ho altre 7/8 ma questa è quella con la tensione migliore, dove il pallone è all’ altezza e distanza giusta dal cesto, lo sfondo perfetto per amplificare il contrasto emotivo e la posizione del ragazzo è in protensione a suggerire ed enfatizzare il concetto della voglia di alzarsi, slanciarsi e tornare a “ricostruire”

Alla fine, soddisfatto del risultato, insieme all’ editor, abbiamo deciso di usarla come copertina del catalogo.

Come avete capito amici, tanti sono gli elementi che vi possono aiutare a rimanere concentrati e non farsi sopraffare dalle emozioni ma sintetizzando : tanto esercizio, studio del territorio, della società, della lingua locale, ricerca in generale, tempo, padronanza del mezzo/strumento e della tecnica etc…etc… è facile ? NO è faticoso? Si , è interessante? Direi di Si . Alla fine l’ aspetto più bello e gratificante, ricordatevi che non è esclusivamente il risultato ma il “viaggio” per arrivare ad ottenerlo quel risultato 👍

Bene ragazzi, spero che vi sia stato utile questo articolo.
Continuate pure a scrivermi affinché possa avere sempre idee nuove per riempire questa rubrica di argomenti e contenuti che stimolino pensieri costruttivi e vi aiutino in qualche a modo a crescere.

Al prossimo articolo

Andrea

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